COMUNICATO STAMPA
“COMUNE CHE VAI FISCO CHE TROVI”
Pubblicata la nuova edizione dell’indagine realizzata da CNA su 114 capoluoghi italiani, che evidenzia le disomogeneità tra i Comuni.
Brescia all’83° posto nella classifica delle città con la più alta pressione fiscale per le Pmi; le imprese devono lavorare fino al 5 luglio per pagare le tasse.
A Brescia l’imposizione fiscale media per le Pmi è del 51,5%. La provincia bresciana si trova all’83° posto, ex aequo con le città di Massa, Ferrara, Pescara nella nuova classifica stilata da CNA nazionale nell’ambito dello studio “Comune che vai fisco che trovi” relativo all’anno 2022. Indagine sulla tassazione delle piccole imprese la quale mostra come in Italia non tutte (114 le città) paghino le stesse tasse, anzi la percentuale varia di diversi punti da Agrigento, la più tassata con il 58% fino a Bolzano, dove il prelievo fiscale è meno oneroso con un total tax rate “solo” del 46,7%. Il rapporto realizzato dall’Osservatorio calcola anche quanti giorni di lavoro servono alle aziende per assolvere completamente al prelievo fiscale e quindi quando inizi il cosiddetto “tax free day”, ovvero la data in cui “terminano” di lavorare per versare tasse e contributi, che, lo scorso anno, per le imprese bresciane ha coinciso con il 6 luglio. È stato preso come modello un’azienda con cinque dipendenti, 430mila euro di ricavi e 50mila euro di reddito, con un laboratorio di 350 mq e un negozio di 175.
Brescia, dunque, tutto sommato meno “vessata” di altre realtà come, per restare in Lombardia, Cremona (al 7° posto col 56,4%) o Mantova (al 28° con 53,5%), ma la pressione fiscale per le piccolo-medie imprese rimane troppo elevata. “Le nostre imprenditrici e i nostri imprenditori meritano un fisco più leggero, più semplice e più equo” ha sottolineato il presidente nazionale CNA, Dario Costantini nella presentazione ufficiale svoltasi a Roma con il vice ministro all’Economia, Maurizio Leo e i senatori Massimo Garavaglia, Antonio Misiani, Mario Turco. “Al Governo e alle forze politiche ricordo che il 98% delle imprese italiane è di piccole dimensioni e troppo spesso ci si dimentica di questa realtà” ha detto ancora Costantini e ha rilevato come sul tema tasse emerga che “nei Comuni con i servizi peggiori il peso delle tasse è maggiore. Al Nord si pagano meno tasse rispetto al Sud e su questo si deve interrogare il Paese e anche noi come associazione”.
L’Osservatorio mostra che l’anno scorso la tassazione media sulle imprese è scesa al 52,7%, grazie a misure come la deduzione Imu del 100%, l’eliminazione dell’Irap e la rimodulazione dell’Irpef, tutti interventi peraltro sollecitati da anni dalla stessa Confederazione. La pressione fiscale è calata di 7,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente e si è ridotta anche la forbice tra i Comuni più “virtuosi” e quelli dove il peso delle tasse è maggiore, passando da 16 a 11,3 punti. “Tuttavia nel nostro Paese la pressione fiscale per le Pmi continua a rimanere troppo alta – commenta Eleonora Rigotti, presidente CNA Brescia -. La nostra provincia, è vero, non risulta tra le più tassate, ma parliamo comunque del 51,1% e di imprese che devono lavorare fino ad oltre la metà dell’anno solo ed esclusivamente per adempiere agli obblighi fiscali nei confronti dello Stato. Quello della riforma fiscale è un problema che viene continuamente sollevato, ma mai definitivamente aggredito e che incide profondamente sulla competitività delle nostre realtà imprenditoriali nei confronti del resto dell’Europa. I problemi per le imprese italiane non si riducono però al taglio del cuneo fiscale – aggiunge la presidente Rigotti -; serve una reale riduzione del costo del lavoro. Un’altra misura importante sarebbe sganciare gli oneri di sistema dalle bollette energetiche delle micro e piccole imprese e inserirli nella fiscalità generale”.